Santuario Madonna del Pettoruto, San Sosti

Luogo ricco di mistero dove regnano sovrani silenzio, pace e natura

Il Santuario-Basilica della Madonna del Pettoruto (da “petruto” che vuol dire “roccioso, irto di pietre”) sorge nella valle dell’Esaro, ai piedi del monte Montea* (1825 m), nel territorio comunale di San Sosti (CS), a 600 metri di altitudine. È situato nella gola formata dal fiume Rosa tra il monte Montea ed il monte La Mula** (1935 m).

È meta di pellegrinaggi durante tutto l'arco dell'anno ma, la presenza dei fedeli è particolarmente concentrata soprattutto durante la prima domenica di maggio con lo svolgimento della Festa della Cinta*** e dal primo all’ottavo giorno del mese di settembre con lo svolgimento della tradizionale fiera in onore della Madonna del Pettoruto.
Nei pressi del Santuario sono presenti i resti dell’antica città bizantina di Artemisia, che si può raggiungere a piedi percorrendo un sentiero fra i boschi.

Storia

Una leggenda sulla sua origine narra che un tale di nome Nicola Mairo, originario della vicina Altomonte, accusato ingiustamente di omicidio e rifugiatosi sul monte dove sorge oggi il Santuario per sfuggire alla cattura, avrebbe avuto una visione mistica ed avrebbe dunque scolpito, durante la sua latitanza, l'immagine della Madonna col Bambino su una roccia tufacea; nel 1449 il Mairo fu scagionato da ogni accusa; nei primi anni del 1600 un pastorello sordomuto scoprì l'immagine scolpita nella roccia mentre cercava tra i boschi una delle sue pecore accidentalmente allontanatasi dal gregge, la Vergine gli ridiede la parola cosicché egli potesse rivelare il luogo a tutti e far costruire un santuario a lei dedicato.
Il santuario fu costruito per volontà del vescovo Felice Greco, vescovo di San Marco Argentano e Bisignano dal 1824 al 1840, successivamente elevato a basilica minore da papa Giovanni Paolo II nel 1979.

NOTE

Monte Montea* (m. 1825 s.l.m.): è una cima dalle caratteristiche dolomitiche, molto amata dagli alpinisti.
Monte La Mula** (m. 1935 s.l.m.): la seconda vetta in ordine d'altezza del Massiccio dell'Orsomarso/Gruppo del Pellegrino, la nona dell'intera Calabria.
Festa della Cinta***: la leggenda da cui prende spunto questa ricorrenza narra che, in un tempo immemorabile, la popolazione abitante i paesi confinanti con San Sosti venne colpita da tremende catastrofi (un terremoto nel 1783 ed una tremenda carestia nel XVII) e, per scampare a questi cataclismi, pregò la Madonna del Pettoruto e fece voto; l'oggetto del voto fu una corda imbevuta di cera, che simboleggia il filo con cui la Madonna avrebbe cinto i paesi per proteggerli dalla devastazione.

Testo tratto da: it.wikipedia.org
Foto: tourvagando.blogspot

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