Escursioni nel Parco Nazionale del Pollino
Scopri alcuni dei sentieri e degli itinerari di escursionismo del Parco Nazionale del Pollino!
Il Monte Pollino è il secondo monte, dopo il Serra Dolcedorme, del Parco del Pollino con i suoi 2248 metri di quota. E’ situato a breve distanza dal versante di sud est, subito dopo la Timpa di Vallepiana. Dà il suo nome all’intero massiccio di cui fa parte, il Massiccio del Pollino.
Il monte Pollino è affiancato dalla Serra del Prete, sul lato nord ovest, con cui si “incontra” presso il colle di Gaudolino (1684 metri di quota); scende fino alla Dolina del Pollino, sul versante meridionale, sovrastando l’area del Pollinello e il colle Gaudorosso, dove vive il Patriarca del Pollino, il più grande Pino Loricato presente in Italia e il più longevo d’Europa con i suoi 700/800 anni di età.
Sul versante di nord-est, il Pollino scende rapidamente verso i piani del Pollino, dominando il Piano di Toscano e il Piano di Pollino. La sua cima è semi spoglia, ricca di roccie calcaree, nelle quali si trovano alcune doline. Una di queste doline accoglie un nevaio che, a volte, non vede mai sciogliere la neve. Il nome Pollino deriva dal dio greco Apollo. In epoca magno greca, questo luogo era identificato come una delle dimore del dio Apollo.
La parte bassa del Monte Pollino è coperta fondamentalmente da alberi di faggio; nella parte ovest, dopo la linea dei faggi, crescono i pini loricati, quasi sempre in modo solitario. Una specie di ginepro strisciante cresce, invece, in vari punti della montagna. In estate si possono apprezzare varie specie di ranuncolo, il semprevivo maggiore, il garofano selvatico, la borracina biancastra, la viola dell’Etna, la vedovella appenninica, la campanula, il cardo alpino, ecc.
Per quanto riguarda la fauna sono presenti, soprattutto d’estate, insetti di vario genere come grilli, bombi, api e animali simili. Presenti nelle zone più alte ed in quantità considerevole le talpe, le lepri ed il lupo. Numerose sono le specie di volatili, tra cui il gheppio ed il cardellino.
Evidenti, sul profilo della montagna, i risultati di un'antica azione glaciale: i ghiacciai principali erano due, scendendo sul versante settentrionale. I ghiacciai in ritiro, oltre ai tipici depositi morenici, hanno lasciato massi di grandi dimensioni: i cosiddetti massi erratici, facilmente visibili dai piani di Pollino e di Acquafredda.
Nell'avvallamento immediatamente a sud rispetto alla cima (nei pressi di un'antica dolina), sorge un nevaio stagionale visibile anche a fine agosto.
La prima testimonianza della presenza dell’uomo nell’area del Pollino risalirebbe al paleolitico, come dimostrano dei graffiti ritrovati nella Grotta del Romito, nella valle del fiume Lao. Nel corso dei secoli popoli e culture si sono alternati sul territorio: arabi, normanni, angioini, svevi, saraceni, albanesi e spagnoli. Ai tempi della Magna Grecia, l’area del Pollino era conosciuto come il “Piccolo Olimpo”.
L’origine del nome Pollino è, ancora oggi, oggetto di controversie. Tre sono le possibilità date dagli studiosi:
I racconti degli appassionati di montagna, degli amanti della natura, dei sognatori. Un parco nazionale, quello del Pollino, e mille storie.
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