Escursioni nel Parco Nazionale del Pollino
Scopri alcuni dei sentieri e degli itinerari di escursionismo del Parco Nazionale del Pollino!
Testo e foto: MASSIMO GALLO
"E i diavoli ballano sul monte Pollino" - Massimo Gallo, Franco Formoso, Gabriele Percoco (17/3/2011)
Si avvisano gli utenti che le immagini e le informazioni relative alle vie alpinistiche, alle vie di arrampicata e alle vie ferrate, sono presenti sul sito isentieridelpollino.it a solo scopo illustrativo e promozionale del territorio.
Delle belle vie invernali di misto sono state disegnate in questo dedalo di rocce e canali.
Alcune dal caro amico Guido Gravame, fortissimo alpinista pugliese ("Pollynya"
e "Dyrekta", rispettivamente nel febbraio e marzo 2008).
"Non Malamentiamoci", invece, era stata aperta già nel lontano inverno 1992/93
da Rocco Caldarola e Paolo Santarsiere, mentre la variante "Squirrel" è stata poi
percorsa da alpinisti pugliesi nel 2008. Infine, ultima nata in ordine di tempo,
"Isabel", opera di altri due cari amici: Giuseppe De Luca e Pasquale Buono,
che l'hanno creata nel gennaio 2011 subito a destra di "Non Malamentiamoci".
Diciamo che il "Triangolo", vista anche la sua "grandezza" potrebbe già essere pieno, le linee più evidenti sono già state salite. Tra quel che resta, spicca un ripido colatoio molto invitante, indicato su www.rocciaeresina.it come possibile variante iniziale di "Pollynya" ma, soprattutto in attesa di apritori!
Il 17 marzo 2011 è il "giorno buono." Si va.
Io, Franco Formoso e Gabriele Percoco, quest'ultimo giovanissima promessa dell'alpinismo (o appenninismo) calabrese, ci
dirigiamo verso Colle Gaudolino. A dire il vero siamo un po' in ritardo rispetto
all'orario più consono per questo genere di cose, ma la voglia è tanta, si prova lo stesso... e poi una notte in
montagna è un affascinante prospettiva...
Una faticosa salita su una neve che, con l'avanzare delle ore si fa più morbida, ci porta dritti alla base del
canalino che ci appare spettacolare, incassato tra le rocce.
E' diviso in tre sezioni nevose intervallate da due salti di roccia. Franco mi fa sicura da uno degli ultimi
robusti alberi di faggio, e così partiamo per questo nostro "viaggio." I primi 30 metri sono su pendio regolare
sui 60°circa che diventa poi di 70° sotto il primo salto.
Devo trovare il modo di proteggermi... la roccia è tutta marcia qui, riesco a mettere solo un chiodo "psicologico" e
vado avanti un po' preoccupato. Va tutto bene.
Dopo questo passaggio di misto mi aspettano altri 10/12 metri di pendio nevoso sui 55° circa che mi porta a sostare su una radice di pino loricato che se ne sta abbarbicato alla parete sinistra del colatoio. Le corde sono quasi finite, e questo ci fa capire che il tiro è stato di circa 45 metri.
Il tiro finale: Una breve ma compatta placca che Franco supera abilmente, con l'adrenalina a mille, sembra proprio VI grado!! In questa occasione merita veramente i complimenti, è proprio un bel passaggio!
Recupero gli altri e intanto comincio a pensare al tiro successivo. Vedo già che non sarà cosa semplice superare
il secondo risalto roccioso del colatoio...
Si riparte.
Qui il canale curva verso destra. Ghiaccio vivo scricchiola sotto i miei ramponi.
E' la prima volta che sul Pollino mi capita l'occasione di usarlo... si... proprio un chiodo da ghiaccio! Qualcuno mi
diceva un tempo che non li avrei mai usati qui, ma le nostre meravigliose montagne non finiscono mai di stupirci!
Ma adesso c'è da pensare al modo per superare questa barriera rocciosa. Perdo un bel po' di tempo in questo
passaggio... non mi fido neanche della mia solita spalla destra che dopo una caduta con gli sci è ritornata in
condizioni molto simili a quelle in cui era l'anno scorso dopo qualche mese dall'infortunio. Quindi posso tirare
tranquillo solo con un braccio...
Dopo aver piazzato una buona protezione in una clessidra, e un chiodo, (naturalmente psicologico!) vado via,
rischiando all'uscita delle rocce di farmi venire fuori la famosa spalla. Fortunatamente con un veloce movimento
riesco a trattenerla, ma il dolore è tanto!
I miei grandi compagni di cordata mi seguono fino alla sosta su di un faggio che fa parte di un gruppetto isolato alla fine del colatoio. Ci lasciamo a sinistra il canale del terzo tiro di "Pollynya," che vediamo, e continuiamo dritti verso l'alto.
Pendio facile, 55° circa, poi un'altro sbarramento roccioso che supero alla meno peggio con la spalla ancora molto dolorante, ma scopro dopo che aggirandolo subito a destra c'è un estetico canale che porta comunque sulla sommità delle rocce. Poco sopra, sosta su pino loricato e partenza per l'ultimo bellissimo tiro.
Via verso il cielo, puntando una fascia rocciosa. Arrivato sotto, traverso a destra fra le rocce e un pino
loricato secco, con pendenza che in questo punto tocca i 70/75°.
Continuo a traversare alla base delle pareti dopo essermi assicurato alle stesse con un chiodo da roccia.
I ramponi e le piccozze mordono ancora ghiaccio vivo, mi godo questo che secondo me è il tiro più bello della via.
Ancora più avanti posiziono un friend e trovo subito dopo il canalino d'uscita.
Qui potrei usare nuovamente un chiodo da ghiaccio, ma l'adrenalina non me lo permette, vivo la fine della "nostra"
via alla grande, rischiando un po' perchè l'uscita del canalino finale è su rocce rotte e la mia ultima protezione
è un friend a circa dieci metri più in basso rispetto a me...
Ma anche stavolta qualcuno vuole che io passi... Ci ritroviamo tutti in sosta quando il sole comincia a tramontare.
Sono felice di aver condiviso questa esperienza con Franco che ormai considero quasi un fratello (maggiore!!! sia
ben chiaro, è vecchio!!!) e con il caro Gabriele, che ormai è entrato in questo gruppo di esauriti! (Come si suol dire:
Quelli che la mamma ti diceva di non frequentare!).
In alcuni momenti ho visto anche qualcun altro spiare da dietro le rocce... ma questa è un altra storia...
Scendiamo dal canalone sud-ovest. Ormai è notte.
Siamo felici... oggi è nata "E i Diavoli Ballano sul Monte Pollino".
Valutazione d'insieme (Scala francese). Per questo tipo di scala si considerano le condizioni della montagna mediamente buone.
Scala canadese. Tiene conto di due fattori distinti, l'impegno globale (numero romano) e la difficoltà tecnica (numero arabo).
L'impegno globale Esprime una valutazione d’ambiente, tenendo conto della lunghezza, della continuità, dell’impegno, della difficoltà di accesso e della discesa. L’eventuale attrezzatura in posto ed i pericoli oggettivi in genere. Quando si inserisce il termine “ In Montagna “, si fa riferimento ad ascensioni in quota, o situate in ambiente selvaggio ed isolato.
Difficoltà tecnica in numeri arabi
La valutazione tecnica, è la valutazione della lunghezza più dura, tenendo conto della continuità, dello
spessore e della conformazione del ghiaccio, nonché della proteggibilità.
Ai valori sopra descritti, espressi in numeri, per aumentarne ulteriormente la chiarezza, si sono aggiunte altre lettere, che stanno ad indicare il tipo di terreno su cui ci si dovrà confrontare. Quali ad esempio:
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