Grotta del Romito a Papasidero | Parco del Pollino

La preistoria nel Parco Nazionale del Pollino

Importante testimonianza della Preistoria Europea è la Grotta del Romito scoperta nel 1961 a 14 km dal comune di Papasidero (Cs). Questo scoperta dimostra che quest'area della Calabria settentrionale era già abitata 20.000 anni fa. Le indagini e gli scavi archeologici della Grotta-Riparo del Romito sono state condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e dall'Istituto italiano di Preistoria e Protostoria hanno fornito informazioni su un periodo di 10-8 mila anni fa e conosciuto come "Era del Mesolitico" o "Età della pietra di mezzo".

La grotta si divide in due sale di circa 20 mt e formate da roccia calcarea e percorribili attraverso un cunicolo di circa 34 mt stretto e privo di luce in direzione est-ovest. L'uomo del Romito apparteneva alla stirpe cro-magnon e non praticava nè allevamento, nè agricoltura e nè lavorazione della ceramica.
La grotta è stata abitata a lungo dall'Homo sapiens alla fine del Paleolitico, nel Mesolitico e nel Neolitico. A testimonianza di ciò il ritrovamento di strumenti litici e ossei, di resti dei propri scheletri e dal fantastico graffito del toro (Bos Primigenius) lungo circa un metro e venti centimetri.

La figura del toro è incisa su un masso di circa 2,30 metri di lunghezza ed è inclinato di 45°. Il disegno, di proporzioni perfette, è eseguito da una mano esperta. Entrambe le corna, viste lateralmente, sono rivolte in avanti e hanno il profilo chiuso. Ben raffigurati le narici, la bocca, l'orecchio, le pieghe del collo e i piedi fessurati, mentre l'occhio risulta appena accennato.
In corrispondenza dei reni si evidenzia un segmento che attraversa la figura del toro. Al di sotto della stessa è incisa un'altra figura di bovide che presenta soltanto il petto, la testa e una parte della schiena.
Di fronte al masso con il bovide c'è un'altra incisione dello stesso con segni lineari incisi il cui significato non è ancora stato ben decifrato. Circa cinquanta cocci di ceramica testimoniano invece il passaggio del Neolitico nella Grotta e il commercio dell'ossidiana che proveniva dalle Isole Eolie.

La bellezza e l'importanza storica e archeologica della Grotta del Romito attrae numerosi turisti. Questo importante reperto archeologico custodisce anche le sepolture monosome (con un'unica sepoltura) di tre coppie che risalgono più o meno a 9.200 anni fa A.C e sono disposte nel rispetto di un rituale ben preciso.
La prima coppia è conservata nel Museo nazionale di Reggio Calabria, l'altra sepolcrale è conservata nel Museo fiorentino di Preistoria insieme alle schegge litiche (quasi 300) rinvenute nei diversi strati analizzati nel riparo e nella grotta.
Infine la terza coppia è attualmente oggetto di studio dell'Istituto di Preistoria di Firenze. Ritrovati recentemente i resti di una quarta sepoltura le cui origini sono ancora più antiche delle tre precedenti e risalenti a 16.000 anni fa. Al Neolitico Recente risale il deposito ceramico dello stile di Masseria Bellavista. Probabilmente a Grotta è stata frequentata sin dall'Età dei Metalli anche se non c'è alcuna documentazione.

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