Escursioni nel Parco Nazionale del Pollino
Scopri alcuni dei sentieri e degli itinerari di escursionismo del Parco Nazionale del Pollino!
TESTO: Sintesi di alcuni capitoli del libro "l'arte di arrampicare" di Paolo Caruso
Risalendo una parete rocciosa è indispensabile modificare la tecnica da utilizzare in base al tipo di roccia e alla sua conformazione. Per quanto riguarda la conformazione, possiamo trovarci ad arrampicare in:
La parete è la conformazione rocciosa più facile. E' sviluppata su un unico piano (sul quale sale chi arrampica), pur avendo inclinazioni differenti, buchi o asperità, fessure ed offrire appoggi e appigli.
Il diedro è formato da due pareti che formano un angolo più o meno aperto. Permette un'arrampicata molto varia. Tipica è l'arrampicata in opposizione: vengono sfruttate tutte e due le pareti tenendo gli arti inferiori in spaccata, cioè distanti e non all'interno dell'angolo che porterebbe a sbilanciare il corpo e ad affaticare eccessivamente le braccia.
E' detta camino la conformazione rocciosa costituita da due pareti contrapposte, quasi parallele, ma distanti in modo da permettere a chi arrampica di muoversi al loro interno. Anche nel camino si usa una tecnica di opposizione, il cui stile è comunque in funzione dell'ampiezza del camino stesso.
La fessura è una spaccatura della roccia di diversa inclinazione ma larga da poter essere sfruttata da chi arrampica per la progressione, sia essa in verticale o in traverso. Non è abbastanza larga per poterci entrare con il corpo ma per incastrare, con tecniche differenti, le dita, la mano, le braccia o i piedi.
Su spigolo e cresta si svolgono arrampicate verso il vuoto. E' possibile progredire "cavalcando" lo spigolo (sfruttando appoggi e appigli posti sulle pareti che formano lo spigolo), o utilizzando altre tecniche come la "Dulfer": mentre le mani "tirano" lo spigolo verso il corpo, i piedi lavorano in appoggio o in aderenza sulla parete. Il corpo è disposto lateramente su una delle due pareti e leggermente appoggiato (inclinato), verso la parete stessa. Anche questa è una tecnica faticosa (non consente situazioni di riposo), e richiede piccoli ma rapidi movimenti.
Il tetto e lo strapiombo sono costituiti da tratti di roccia orizzontali o molto al di fuori della verticale, quindi, sporgenti rispetto alla superficie della parete. Tendono a sbilanciare l'arrampicatore e a farlo cadere all'indietro. Per superarli sono indispensabili elevate condizioni fisico-tecniche, energia, movimenti rapidi ma precisi e coordinazione.
ATTENZIONE: le indicazioni contenute o riconducibili a questa pagina sono state sintetizzate ed hanno unicamente lo scopo di fornire informazioni di base sulle tecniche sportive. Per un apprendimento pratico e completo delle tecniche e delle manovre affidarsi ad un istruttore o corso per sviluppare una conoscenza più approfondita e consapevole.
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