Grotte rupestri e siti archeologici del Parco Nazionale del Pollino
Le più antiche testimonianze archeologiche
Sull'Acropoli di Timpone Motta era posto un santuario dedicato alla Dea Atena. Il tempio principale del santuario era quello che oggi chiamiamo Edificio III, addossato ad un tempio al lato nord e uno a sud, gli Edifici I e V. Il santuario ha avuto diverse fasi cronologiche ed è lo studio dell'Edificio V, l'ultimo scoperto e ancora in fase di scavo, che può chiarire la vita del santuario, poichè gli edifici scoperti negli anni 1963-'69 (I, II e III) hanno una stratigrafia confusa.
Secondo la Maaskant Kleibrink tra la seconda metà del IX e l'inizio dell'VIII sec. a. C. fu costruito sullo
stesso posto dove poi sorgerà l'Edificio V, una grande casa lignea con un cortile cintata di mura ad ovest contenente un
focolare/altare e una stanza absidiale orientale con un grande telaio. I fornelli di terracotta, grossi vasi d'impasto e le due
file di pesi di telaio con decorazione a meandro e a labirinto su una lunghezza di 2.20/2.60 cm nella stanza del telaio indicano
già una lavorazione della lana e/o lino specializzata, probabilmente la produzione di tessuti decorati con disegni.
Le fibule, collane e fermatrecce di bronzo vicino al focolare/altare e le due paperine laconiche di bronzo trovate nella casa,
insieme alle decorazioni con uccelli acquatici su pesi di telaio, brocche e vestiti femminili, indicano la presenza di una
'Casa del Telaio' molto speciale.
Uccelli (e uova) si presentano con grande regolarità nella tradizione indo-europea della tessitura, come anche una Protettrice
e le sue feste sacre con tessuti speciali. A questa prima fase, forse una delle più antiche fasi cultuali dell'Enotria, seguì una
costruzione templare imponente degli edifici III, V e I, dove l'alzato era costruito con pareti d'argilla e paglia e il tetto con
l'aiuto di pali di legno infissi nella roccia appositamente tagliata, questa fase è datata intorno a 700 a.C.
Questa ricostruzione del santuario era necessaria perchè le feste per la Dea portavano con grande regolarità molta gente con doni
in mano.
Specialmente hydriskai (piccole brocchette per l'acqua) e coppe per bere, insieme a pyxides (scatole di terracotta) e kalathiskoi (imitazioni in terracotta di cestini per la lana). Con le hydriskai portavano acqua alla Dea Atena e sembra che portavano anche fiocchi di lana. Un' immagine, databile intorno a 700 a.C., trovata sull'Acropoli (ma rubata), dimostra la scena di culto.
Il portare d'acqua (che manca sull'Acropoli) alla Dea Atena è legata alla leggenda di Epeio; lui stesso portava durante la guerra di Troia sempre l'acqua agli eroi e perciò la Dea Atena l'aiutava sempre. E' evidente che il culto sull'Acropoli di Timpone della Motta, dove la gente veniva in continuazione con hydriskai pieno d'acqua - sono stati trovati migliaia di vasetti - indica il sito come LAGARIA, città fondata da Epeio nord di Thurioi come ha scritto Strabone.
La terza fase di costruzione, cominciata circa 660/'50 a.C., vede la ricostruzione degli edifici III, I e V in mattoni crudi su
fondazioni parzialmente messe in trincee tagliate nella roccia. In questa fase i tetti non erano più di paglia ed era necessario
mettere le fondazioni ad ovest e nord in trincee per superare i dislivelli dei muri. In questa fase il santuario è molto
ovviamente legata a Sybaris e a un piccolo santuario della Dea Atena a Torre Michellicchio, vicino la colonia
greca, dove probabilmente i Sybariti partivano per le processioni alla Dea Atena di Lagaria.
A Michellichio e sull'Acropoli di Timpone della Motta troviamo le stesse terracotte con l'immagine della Dea. Però, solo sul
Timpone della Motta si trovano i pinakes (le plaquette sacre) che indicano, insieme a migliaia di coppette e
hydriskai, il luogo di culto principale.
La quarta fase vede la (ri)costruzione degli edifici I, II, III e IV nonchè di un grande muro di recinto intorno
all'Acropoli di Lagaria. Cronologicamente con queste costruzioni siamo nel VI sec. a. C. ed in connessione con
le case coloniali dello stesso periodo ritrovati sui pianori che circondano l'acropoli.
L'edificio V fu coperto con un strato spesso di ghiaia per creare un terrazzo artificiale e mettere un tempio nuovo, che non è
stato conservato dalla Cappella Bizantina costruita sul posto nel X secolo. Più tardi (V e IV secolo a C.) il
culto della Dea Atena fu accompagnato da uno per Pan e le Ninfe; probabilmente durante gli sconvolgimenti dai Brettii il
santuario fu distrutto.
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