Escursioni nel Parco Nazionale del Pollino
Scopri alcuni dei sentieri e degli itinerari di escursionismo del Parco Nazionale del Pollino!
La sosta può essere intesa come il “luogo fisico” nel quale la cordata interrompe momentaneamente la propria
progressione di salita, avendo la certezza di trovarsi in un punto che gode di ottima sicurezza che viene data, in
particolare, dalla possibilità di autoassicurarsi ad ancoraggi artificiali o naturali.
Su una via di roccia le “soste”, in genere, sono tra loro distanziate da una lunghezza che può variare
tra i 30 e i 50 metri e situate in luoghi il più possibile comodi.
Le soste, dovendo garantire condizioni di massima sicurezza, sono quasi sempre caratterizzate da più di un ancoraggio e, a volte, in terreni “sportivi” o di falesia, sono anche pre-attrezzate con cordini o catene di collegamento, e per questo facilmente riconoscibili.
In salite su terreni “sconosciuti” o di alta montagna, l’alpinista dovrà attrezzare, autonomamente, la sosta. Più tecnicamente, la sosta può definirsi come un insieme di punti di ancoraggio tra loro collegati (o da collegare), utilizzati per l’assicurazione (statica e dinamica) della cordata durante la sua progressione su una parete.
Per garantire la massima sicurezza della cordata, in una sosta dovrebbero sempre essere presenti più
punti di ancoraggio e tutti ben saldi. Essi, inoltre, dovrebbero
essere sempre collegati tra loro, sia per garantire la tenuta globale della sosta (anche a fronte del cedimento di un
singolo punto di ancoraggio), sia per ripartire il più equamente possibile il carico (derivante dall’eventuale caduta
di un componente della cordata) sui diversi punti della sosta stessa.
Indipendentemente dal tipo di sosta che si andrà ad attrezzare, è indispensabile prevedere dei
moschettoni a ghiera per “agganciare” i vari punti di ancoraggio
(chiodi, fix, spit etc.). Il cordino, la fettuccia o lo spezzone di corda che
verrà usato per collegare gli ancoraggi è bene che passi per i moschettoni piuttosto che direttamente negli ancoraggi
stessi, per evitare lacerazioni o tagli del cordino sul punto di contatto con l’ancoraggio.
Nell’arrampicata su roccia,
i punti di ancoraggio naturali possono essere costituiti da spuntoni, clessidre, massi o sassi incastrati,
fusti d’albero, piante e radici. Nel vasto insieme di ancoraggi artificiali, annoveriamo invece i fittoni
resinati, i fix,
gli spit, i chiodi da roccia, i nut e i friend.
Il collegamento degli ancoraggi può avvenire grazie a cordini o fettucce, ma anche tramite catene
metalliche (già predisposte).
Per quanto riguarda il sistema di collegamento degli ancoraggi, esso deve essere eseguito in modo che il cordino (o
la fettuccia) garantisca un carico di rottura perlomeno pari rispetto a quello certificato dei moschettoni a ghiera.
Gli studi più recenti sulle soste suggeriscono (per quanto riguarda il collegamento degli ancoraggi) l’uso di
spezzoni di corda dinamici, in genere chiusi ad anello con un
nodo inglese doppio.
Per comodità d’uso e ingombro ridotto, è molto diffuso l’uso di cordini in
kevlar o dyneema, chiusi ad anello con un nodo inglese doppio. Si possono utilizzare anche anelli di
cordino in kevlar o fettucce in dyneema pre-confezionati.
Le soste si distinguono tra: “soste in parallelo” i vari punti di assicurazione
(chiodi, spit, ecc.) oppure “soste in serie”.
Le più usate sono le soste in parallelo, poichè il carico viene ripartito su più punti in maniera uniforme.
Sta di fatto che, nel caso di cedimento di uno degli ancoraggi, sui punti rimanenti (come pure sul cordino di
collegamento) si ha una sollecitazione “a strappo” molto forte. Tale sollecitazione non è presente - o lo è con
intensità certamente inferiore – nella sosta in serie.
Delle soste “in parallelo”, è possibile effettuare la seguente classificazione:
Va ricordato che:
La sosta mobile offre una serie di vantaggi, e di alcuni aspetti potenzialmente negativi.
Questo tipo di sosta è un compromesso tra le due precedenti. Viene realizzata su due punti di ancoraggio realizzando un nodo su ciascuna delle coppie di rami provenienti dagli ancoraggi stessi.
La principale caratteristica della sosta in serie è quella di
avere almeno due ancoraggi direttamente collegati tra loro, senza che vi sia nessuna ripartizione
delle forze, tra i punti stessi, in caso di sollecitazione sulla sosta.
Generalmente, gli ancoraggi vengono collegati tra loro con un cordino in trazione mentre l’assicuratore
è connesso a un ancoraggio e il freno è posizionato direttamente su un altro ancoraggio.
Il principio fondamentale su cui si basa la sosta in serie è quello per cui, in caso di rottura accidentale dell’ancoraggio principale (quello dove opera il freno), l’ancoraggio seguente gli subentra accollandosi tutta l’eventuale sollecitazione residua.
ATTENZIONE: le indicazioni contenute o riconducibili a questa pagina sono state sintetizzate ed hanno unicamente lo scopo di fornire informazioni di base sulle tecniche sportive. Per un apprendimento pratico e completo delle tecniche e delle manovre affidarsi ad un istruttore o corso per sviluppare una conoscenza più approfondita e consapevole.
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