Ruderi Monastero di San Nicola a Grisolia

Grisolia: protagonista del monachesimo basiliano

I resti appartenuti al probabile monastero di San Nicola distano dal vicino centro storico di Grisolia 1,26 Km in linea d'aria e 1,59 Km da quello di Santa Maria del Cedro (2,39 Km per il Castello di San Michele).
Oggi per arrivare sul sito di San Nicola da Grisolia bisogna prendere una stradina che s'inoltra nelle Serre (colline) grisoliote, coperte per lo più da una bassa vegetazione che cresce in un terreno pietroso nascondendo quello che una volta era un grande sistema di terrazzamenti che partiva da Grisolia fino ad arrivare sopra Santa Maria del Cedro e poi alla volta della valle del fiume Abatemarco.

Costeggiando per un chilometro la pineta che si estende a nord bisogna inoltrarsi a piedi per i campi per poter scorgere i primi ruderi. Le strutture presenti hanno quasi tutte la stessa planimetria: tre stanze comunicanti fra loro (presenti in alcune di esse delle pietre angolari forate probabilmente utilizzate per sorreggere sistemi d'illuminazione con delle nicchie ricavate nel muro). A questa struttura principale vi era appoggiata poi una piccola stanza che probabilmente fungeva da capanno per stipare utensili o altro.

Superato il primo rudere abbondantemente danneggiato dal tempo comincia una mulattiera che prosegue per tutto il sito. Sul lato sud è presente un possente muraglione in cui è possibile vedere nella parte bassa un sistema a canaletta per il deflusso delle acque. Seguendo questa stradina si arriva ai resti, orientati a est-ovest, di una chiesetta absidata e di una struttura più grande, forse una torre oppure un palazzetto di cui rimangono solo due muri, uno dei quali si conserva per una lunghezza di 7 metri appoggiati ai quali vi sono, oggi, piccoli rifugi costruiti da pastori per il bestiame.
L'abside della chiesetta (con feritoia) si conserva quasi per la sua totalità, ad affiancarla vi sono due possenti nicchie staccate dal piano pavimentale e ricavate nel muro di fondo.

Stessa cosa non vale per i due muri laterali della chiesa a navata unica, crollati rovinosamente, quello sud ancora presente sul terreno mentre quello nord divenuto un cumulo di pietre. Si conservano anche parzialmente il muro ovest dove sono visibili le reni dell'arco di accesso e una struttura costruita più in là nel tempo, un probabile nartece con 4 ingressi due laterali e due frontali.

Di grande rilevanza sono i due ruderi dalla pianta rotonda con muro a scarpa che si incontrano seguendo la mulattiera e oltrepassando una gola. Costeggiando il lato opposto, si incontrano altre strutture di rilievo, una molto moderna considerando anche i resti ceramici e l'opera muraria (inizio secolo scorso) e una capanna con uno sviluppo planimetrico simile ai primi ruderi incontrati all'inizio, ma con in aggiunta un'area a pianta rotonda pavimentata; probabilmente una zona dove venivano portati i cereali oppure legumi, per separarli dalla pianta.

Questa interessante scoperta evidenzia un punto fondamentale e cioè che l'area presa in esame è stata probabilmente un abitato (monastico o non) che ha continuato a perseverare fino in epoca moderna.
Proseguendo vi è una struttura rettangolare di grandi dimensioni che conserva uno strato d'intonaco al suo interno molto grossolano e ricco di laterizi misti a calce e gesso.
A sud-ovest del sito, nell'aspro pendio della stessa collina, si apre una piccola apertura nella roccia, che sbocca in un grande canale ipogeo, una grotta chiamata dalla popolazione Grotta dell'Orco, Grotta del Diavolo o Grotta di San Michele.

Testo e foto tratti da: "I Ruderi di San Nicola a Grisolia" di Luigi Campagna con il patrocinio del Comune di Grisolia.
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