Grotte rupestri e siti archeologici del Parco Nazionale del Pollino
Le più antiche testimonianze archeologiche
A sud-ovest del complesso dei ruderi di San Nicola, nell'aspro pendio della stessa collina, si apre una piccola
apertura nella roccia, che sbocca in un grande canale ipogeo, una grotta.
La grotta, di origine rupestre, chiamata dalla popolazione Grotta dell'Orco, Grotta del Diavolo o Grotta di
San Michele, si divide in tre sezioni. All'interno della prima parte è presente un grande lastrone calcareo che giace lì
forse a causa di un cedimento di quello che una volta doveva essere un agile accesso alla grotta vera e propria.
Nella parte laterale è visibile un motivo a V di sicura mano antropica. Fino a qualche tempo fa si ha testimonianza di un
altare mobile costruito sempre con la stessa pietra dove erano incise epigrafi e altri motivi, probabilmente distrutto dopo una
razzia.
La seconda parte della grotta più alta presenta tratti di lavorazioni antropiche, infatti le pareti sono totalmente lisce e
diritte. La parte finale si trova ad una diversa quota, sulla destra si trovano altre due aperture che danno accesso ad un altro
tratto della grotta chiuso da una frana.
La ceramica visibile presenta motivi ad appliques sul collo molto semplici, gli impasti appaiono poco depurati e di conseguenza
classificabili come ceramica da fuoco.
I racconti degli appassionati di montagna, degli amanti della natura, dei sognatori. Un parco nazionale, quello del Pollino, e mille storie.
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