Escursioni nel Parco Nazionale del Pollino
Scopri alcuni dei sentieri e degli itinerari di escursionismo del Parco Nazionale del Pollino!
Pendii di neve in cui affondi un pò lo scarpone. Pendenze moderate: dai 20° ai 25°
Il pendio va salito direttamente faccia a monte e sceso direttamente faccia a valle. Necessario è la ricerca dell'equilibrio che si ottiene mantenendo il corpo perfettamente a piombo e non avvicinando troppo il busto alla montagna. I piedi vanno tenuti alla larghezza del bacino, le punte un pò divergenti (fig 1). In discesa il busto deve essere flesso in avanti evitando di essere troppo rigidi ed arretrati. Va mantenuto un passo regolare, non troppo lungo per evitare di perdere l'equilibrio e non troppo corto per evitare lo sfondamento del gradino superiore su quello inferiore.
Il ritmo di marcia va adeguato alla preparazione fisica. In caso di neve poco consistente, questa deve essere compattata prima di appoggiarsi, calcandola più volte col piede. L'utilizzo dei bastoni da sci (in un primo momento) aiuterà ad assumere una posizione più naturale col busto eretto (fig. 2). Successivamente, il movimento di arti inferiori e superiori verrà coordinato dalla piccozza su terreno più ripido.
Pendii di neve dura che si lasci intaccare sulla suola degli scarponi. Pendenze moderate, non oltre i 25°.
Si cammina mettendo gli scarponi di piatto in modo da lasciare sulla neve l'impronta di tutta la suola.Il corpo
rimane a piombo. Il passo deve essere breve con le gambe leggermente divaricate, le punte dei piedi di poco aperte.
Si appoggiano gli scarponi con le suole parallele al pendio. Con l'aumentare della pendenza si aumenta l'apertura
delle punte (piede a papera).
Pendio di neve abbastanza dura intaccabile dello scarpone, pendenza 25°, 35°.
Si scende piantando i talloni sulla neve; caviglie e ginocchia piegate in avanti; baricentro a piombo sui piedi e
busto leggermente flesso in avanti. Per acquistare sensibilità nell'uso dei piedi e del bacino bisognerà portare,
progressivamente, i piedi paralleli al pendio (rullata).
Mantenendo l'equilibrio, controllare la velocità della scivolata variando l'angolo di piegamento della caviglia: più
si alzano le punte dei piedi, più il tallone frena. L'equilibrio viene mantenuto con spostamenti avanti-indietro
del baricentro.
E' fortemente consigliato l'uso dei bastoncinin sia per mantenere l'equilibrio sia per darsi una spinta quando la
velocità della scivolata diminuisce.
Neve dura o ghiaccio morbido, pendenze dolci.
Camminare con le gambe leggermente divaricate su lievi pendenze avendo cura di far penetrare nel ghiaccio tutte le
punte inferiori del rampone. Con l'aumentare della pendenza ciò si ottiene
aprendo progressivamente i piedi a papera e piegando le caviglie (fig. 1).
Trasferire il peso del corpo sulla gamba in appoggio prima di spostare l'altra. Tra un passo e l'altro distendere il
tendine d'Achille del piede in appoggio.
Il piede va appoggiato sul ghiaccio energicamente. Ad ogni passo alzare sufficientemente il piede per evitare che le
punte dei ramponi inciampino nel suolo. Solo successivamente questo piede viene caricato con uno spostamento del
baricentro.
Busto flesso in avanti, gambe semiflesse leggermente divaricate, punte dei piedi leggermente aperte. Come in salita, prima di fare il passo, caricare il piede in appoggio spostandovi sopra il bacino. Caricare la pianta del piede in maniera uniforme (fig. 2).
La piccozza è composta da: puntale, manico, testa (formata da becca o lama e paletta), lacciolo.
Stare in piedi, braccio disteso lungo il corpo, piccozza impugnata sulla testa,
la becca in avanti, il palmo della mano appoggia sulla paletta (Fig. 1). Il puntale deve entrare nella neve.
Muoversi solo a piccozza piantata: piantare la piccozza, muovere due passi, piantare la piccozza, muovere due passi
e così via....
La piccozza va piantata nel momento in cuila gamba opposta è in posizione avanzata. Nella
progressione frontale la piccozza si impugna nella mano più comoda. In discesa
impugnare la piccozza nella mano più comoda, becca a monte (Fig. 2). La piccozza deve essere sufficientemente lunga,
in caso contrario specialmente in discesa evitare di piantarla ma tenerla semplicemente in mano per la testa.
Con certi tipi di neve, sia senza ramponi che con i ramponi può formarsi sotto lo scarpone un fastidioso e pericoloso zoccolo di neve. Rimuovere lo zoccolo con un colpetto secco del manico della piccozza sul bordo dello scarpone dato ad ogni passo quando il piede è sollevato e la gamba è flessa. Su un pendio ripido la rimozione dello zoccolo si può effettuare battendo il tallone del rampone con lo zoccolo, sul tallone del piede appoggiato a terra. Nel momento della battuta i piedi devono formare tra di loro un angolo di 90°.
Pendio di neve non troppo dura, pendenza fra i 30° e i 40°, che termina dopo qualche decina di metri con un pianoro.
Camminando in discesa, faccia a valle, piccozza impugnata sulla sua testa, becca rivolta a monte, sedersi, lasciarsi
scivolare per qualche metro. Girarsi faccia a monte, impugnare la piccozza anche con l'altra mano lungo il manico,
affondare la becca nella neve all'altezza dello sterno.
Il peso del corpo grava sulla becca che incide il pendio facendo rallentare la caduta. Le gambe vanno tenute
divaricate, i piedi non devono piantarsi nella neve per evitare ribaltamenti. Durante la scivolata è importante
cercare di rimanere con il capo in alto.
Sequenza: caduta sulla schiena testa in giù, ci si gira sulla pancia, facendo perno col puntale ci si porta con la
testa verso monte, si inizia la frenata con la becca.
ATTENZIONE: le indicazioni contenute o riconducibili a questa pagina sono state sintetizzate ed hanno unicamente lo scopo di fornire informazioni di base sulle tecniche sportive. Per un apprendimento pratico e completo delle tecniche e delle manovre affidarsi ad un istruttore o corso per sviluppare una conoscenza più approfondita e consapevole.
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