Escursioni nel Parco Nazionale del Pollino
Scopri alcuni dei sentieri e degli itinerari di escursionismo del Parco Nazionale del Pollino!
Pendio di neve di neve dura di circa 25°
Con una torsione laterale delle caviglie si può salire in diagonale appoggiando energicamente sulla neve tutta la
suola dello scarpone.
POSIZIONE DEI PIEDI: piede a monte nella direzione di marcia, piede a valle divergente, con la punta a valle.
L'appoggio del piede a monte avviene con una torsione progressiva della caviglia; in fase di carico tutta la pianta
del piede deve aderire al suolo.
POSIZIONE DELLE GINOCCHIA: proiettate a valle.
POSIZIONE DEL BUSTO: il busto, leggermente flesso in avanti, va ruotato a valle, il bacino va portato a
monte in angolazione (fig. 1).
Neve ghiacciata o ghiaccio morbido, pendenza 30° - 35°
La posizione del corpo e dei piedi è simile a quella descritta precedentemente. La differenza è costituita dalla
presenza dei ramponi che vanno piantati e non solamente appoggiati. Tutte le punte inferiori dei ramponi vanno fatte
penetrare nel ghiaccio di piatto, senza rullata tacco-punta. Necessaria, anche qui, una torsione laterale delle
caviglie.
Con l'aumentare della pendenza per far penetrare tutte le punte inferiori dei ramponi nel ghiaccio occorre girare
maggiormente verso valle la punta del piede a valle (fig. 2). La piccozza va usata come appoggio con la mano a monte
e va spostata quando è avanzato il piede a valle.
Pendio di neve dura o ghiaccio morbido, pendenza 35° - 40°.
Mentre nella progressione diagonale il piede a valle viene portato avanti e sotto il piede a monte (i piedi
procedono parallelamente), nella progressione incrociata anteriore viene portato
avanti e sopra (i piedi si incrociano. Fig. 1).
Dalla posizione di partenza: piede a valle con la punta rivolta verso il basso, piede a monte leggermente più avanzato
e alto con la punta rivolta nel senso di marcia, incrociare il piede a valle facendolo passare davanti all'altro e
posizionandolo sopra il piede a monte sempre con la punta rivolta verso il basso; ritornare alla posizione di partenza
portando il piede a monte (che si trova più in basso) avanti e più in alto rispetto all'altro. Il piede a valle (che
incrocia) passa davanti alla punta del piede a monte (che fa da perno), il piede a monte passa dietro al tallone del
piede a valle.
La spinta verso l'alto viene data principalmente dal piede a valle. Il muscolo che innalzerà il corpo è il quadricipite
femorale del piede incrociato. Se si procederà in diagonale da sinistra a destra a spingere sarà il quadricipite
della gamba destra e viceversa.
Il busto, leggermente flesso in avanti, va rivolto a valle, il bacino va portato a monte, le ginocchia flesse e
proiettate a valle. La piccozza va tenuta in appoggio a monte. Spostare la piccozza quando i piedi sono incrociati.
Con pendenze superiori in progressione diagonale a piatto o
in progressione diagonale incrociata impugnare orizzontalmente la piccozza con
due mani, tenendola davanti a sè. La mano a valle. lontana dal pendio, stringe la testa della piccozza, questa mano
esercita una trazione verso l'alto. La mano a monte tiene la piccozza vicino al puntale esercitando una pressione
verso il basso che la fa tenere sul ghiaccio.
La becca è rivolta in avanti, la linea becca-paletta è orizzontale (Fig. 2). Su terreno più facile la stessa funzione
può essere svolta dal bastoncino.
Pendii di neve dura, ghiaccio morbido, pendenza 35°.
Dalla fine della diagonale portarsi faccia a valle con i piedi a papera, ginocchia e caviglie ben piegate. Da questa posizione cambiare mano alla piccozza e ripartire nella nuova direzione incrociando il passo. (Figg. 1-2-3-4-5).
Progressione diagonale. Si gradina con la paletta, tenendo la piccozza nella mano più forte. Si fa oscillare la piccozza in sincronia con il ritmo di marcia, un passo, un gradino; dopo l'impatto con la neve e il distacco del gradino si ruota il polso verso valle. (Fig. 1).
Ci si mette di fianco, si gradina con la becca impugnando la piccozza nella mano più forte. Il gradino si inizia partendo nella sua base (colpi orizzontali), lo si finisce con i colpi verticali.
E' una tacca che si fa nel ghiaccio, serve da appiglio per la mano per superare brevi muri di ghiaccio se si ha un solo attrezzo. Secondo il tipo di ghiaccio o di attrezzo si scava con piccoli colpi della becca o della paletta colpendo il ghiaccio dall'alto in basso (Fig. 2). Preparare più di una tacca per volta.
ATTENZIONE: le indicazioni contenute o riconducibili a questa pagina sono state sintetizzate ed hanno unicamente lo scopo di fornire informazioni di base sulle tecniche sportive. Per un apprendimento pratico e completo delle tecniche e delle manovre affidarsi ad un istruttore o corso per sviluppare una conoscenza più approfondita e consapevole.
I racconti degli appassionati di montagna, degli amanti della natura, dei sognatori. Un parco nazionale, quello del Pollino, e mille storie.
Inviaci a info@isentieridelpollino.it la tua storia, le tue foto, i tuoi video: pubblicheremo la tua esperienza su questo sito e nei nostri canali social.