Escursioni nel Parco Nazionale del Pollino
Scopri alcuni dei sentieri e degli itinerari di escursionismo del Parco Nazionale del Pollino!
Breve lunghezza di corda da salire in moulinette con pendenza di 75°/80°.
Dalla posizione a triangolo di base (fig.1) abbassare il bacino ed appendere il busto al braccio alto, innalzare i piedi con tre piccoli passi di cui il primo sulla verticale della piccozza alta stendendo la gamba ad ogni passo, fino a raggiungere una nuova posizione a triangolo con la testa all'altezza della piccozza; fare questi spostamenti in modo fluido, portando sempre prima il bacino sulla verticale del piede che rimarrà fermo e cercando di non interrompere il movimento fino al raggiungere la posizione finale con i piedi (fig. 2-4)
Solo a questo punto togliere la piccozza bassa e piantarla più in alto ed un pò più lateralmente rispetto all'altra (Fig. 1), e con alcuni passi in traversata orizzontale, riportarsi nuovamentenella posizione base a triangolo (Fig. 2-4).
La progressione a triangolo di base potrà sembrare, a primo approccio, molto difficoltosa
nell'essere messa in pratica e faticosa dal punto di vista fisico; va tenuto in considerazione che la causa principale
dell'affaticamento della progressione su tratti verticali è dato dal numero di battute e di
estrazioni che vengono fatte con la piccozza.
Con la tecnica a triangolo il numero di colpi viane praticamente dimezzato. Dal punto di vista della sicurezza inoltre, avere gli
attrezzi sfalsati, consente di non interessare la stessa porzione di ghiaccio con le piccozze, evitando i pericoli dovuti alla
formazione di grosse bolle che potrebbero, in qualche caso, staccarsi, provocando la caduta di chi arrampica.
Breve lunghezza di corda da salire in moulinette con pendenza di 75°/80°.
Si parte dalla posizione a triangolo con la piccozza piantata all'altezza della testa. Da questa posizione, piantare la piccozza bassa più in alto ed un pò più lateralmente rispetto all'altra; innalzarei piedi con piccoli passi, ritornando alla posizione di partenza (Fig. 1-6).
In questo tipo di progressione non si ripassa per la posizione base a triangolo (braccio disteso).
Con questa progressione si riescono a compiere velocemente e con pochissimo spreco di energia tratti anche molto ripidi, che
richiederebbero altrimenti un elevato numero di battute delle piccozze ed un maggiore impiego di forze.
Quando risulta difficile posizionare i piedi a triangolo, una concreta soluzione è quella di utilizzare il piede corrispondente alla mano principale solamente in bilanciamento. In questo caso la posizione finale non sarà quella di un triangolo isoscele vero e proprio, gli arti che contribuiscono all'equilibriosono in realtà due: il braccio alto e la gamba opposta, con l'altra gamba che funge da bilanciamento. Il bacino si troverà sulla verticale del piede con il rampone piantato e l'equilibrio si sviluppa lungo l'asse che passa per il braccio, bacino e gamba. Il movimento degli arti inferiori partirà con l'innalzamento del piede appoggiato. (Fig. 1-5).
Dove la struttura lo consente, in presenza di diedri, canaletti o rientranze, è possibile eseguire una progressione a triangolo con i piedi in spaccata.
Muretto di ghiaccio con inclinazione di 70°/75°, alto 3/4 metri.
Dalla posizione base a triangolo abbassare la piccozza che non contribuisce al mantenimento dell'equilibrio all'altezza della spalla. Con piccoli passi orizzontali portarsi in posizione a triangolo in bloccaggio sulla piccozza appena piantata, togliere l'attrezzo più alto e ripiantarlo alla stessa altezza dell'altro (viene utilizzato solo come ancoraggio intermedio). Abbassarsi per ritornate alla posizione base a triangolo.
Breve lunghezza di corda, di pendenza max. 80°/85°, da salire in muolinette, che presenti la possibilità di utilizzare spesso i piedi in appoggio.
La posizione a triangolo permette di scaricare il peso del corpo in maniera equilibrata sugli arti inferiori, senza creare sprechi
di energia per compensare disequilibri o rotazioni. In questo tipo di progressione si porta una gamba molto più alta dell'altra;
la gamba alta ha la funzione di tirare il corpo, ed in particolare il bacino, contro la parete e allo stesso tempo di scaricare
una parte del peso; si è quindi in presenza di un sistema equilibrato basato su tre punti: un braccio e le due gambe.
La posizione di partenza è la posizione a triangolo di base (fig.1). Facendo tre passi si raggiunge la posizione a piedi sfalsati
(fig.2); il piede alto è quello corrispondente alla mano che blocca. Le due gambe sono: una distesa con il ginocchio leggermente
flesso, l'altra piegata, con il rampone ancorato ad un appoggio del ghiaccio ad una altezza superiore a quella del ginocchio della
gamba distesa; il bacino schiacciato contro la parete quasi seduto sul tallone del piede alto, ed il braccio principale quasi in
asse con la gamba distesa, con la piccozza piantata all'altezza della testa (posizione di bloccaggio).
Da questa posizione piantare l'altra piccozza più in alto ed un pò più lateralmente rispetto alla prima; uscire con il bacino ed abbassare il piede, portandolo vicino all'altra gamba, facendo un passo breve che consente di iniziare il movimento di innalzamento del corpo nella maniera meno faticosa; con un passo lungo o tre piccoli preceduti dai relativi spostamenti del bacino, riportarsi nella posizione a piedi sfalsati (fig.1-7).
Breve lunghezza di corda, di pendenza max. 80°/85°, da salire in muolinette, che presenti la possibilità di utilizzare spesso i piedi in appoggio.
Dalla posizione a triangolo di base, rimanendo con il braccio alto disteso (il braccio riposa) con due passi, di cui il primo in orizzontale e al centro, portarsi nella posizione a piedi sfalsati, sfalsando il piede opposto alla mano al vertice del triangolo (fig. 1 e 2).
Su questo piede appoggiato in buon appoggio quasi in asse con la piccozza, trasferire la maggior parte del peso, o addirittura
il 100%, soopra il piede alto aprendosi con l'anca per favorire l'innalzamento del piede basso (accoppiamento dei piedi).
Posizionare il piede alla stessa altezza dell'altro.
Durante il movimento della gamba, il bacino non si innalza ed il corpo viene a trovarsi in posizione rannicchiata (fig. 1). Con
la spinta di entrambi i piedi distendere le gambe, raggiungendo la posizione a triangolo con un braccio in bloccaggio (fig. 2).
Piantare la piccozza bassa in alto e, se il terreno lo consente, portarsi con piccoli passi in posizione a triangolo coon i piedi
sfalsati e il braccio teso (fig. 3-5), o ritornare alla posizione a triangolo di base.
Muro di almeno 4/5 metri di larghezza con inclinazione di 80°/85°.
Mettersi in posizione base a triangolo a un lato della parete; all'inizio la piccozza principale sarà quella opposta al verso
in cui si traversa (fig. 1). Piantare l'altra piccozza nella direzione in cui ci si vuove spostare, e con piccoli passi, portarsi
in posizione triangolo sulla nuova piccozza (fig. 2-4).
Spostare la piccozza opposta al senso della traversata: si può incrociare passando con il braccio sopra l'altro (fig. 5) o
avvicinare l'altra per poi rispostare l'attrezzo corrispondente al verso della traversata dopo aver riformato un triangolo
corretto. Nello spostare i piedi si può ricorrere agli incroci, sia anteriori che posteriori. Si possono utilizzare come posizioni
statiche anche il triangolo con una gamba in bilanciamento e i triangoli con le gambe sfalsate.
E' necessario prestare molta attenzione a spostare le piccozze solo quando ci si trova in posizione triangolo con vertice sulla
piccozza che sta ferma. Per le caratteristiche del movimento per linee orizzontali questa progressione si presta in maniera ottimale
all'introduzione della rotazione del corpo (arrampicata laterale).
Dalla posizione base a triangolo (piccozza principale opposta alla direzione della traversata), portarsi con piccoli passi in
posizione di bloccaggio sempre sulla stessa piccozza (fig. 6). Per aumentare l'efficacia dello sforzo muscolare effettuare una
rotazione del busto intorno all'asse verticale verso il braccio principale. Il fianco opposto alla piccozza al vertice del
triangolo si porta a contatto con la parete; ginocchia e piedi saranno rivolti nello stesso senso del busto; il rampone
corrispondente al braccio principale utilizzato con le punte frontali interne, l'altro con quelle esterne.
Per piantare l'altra piccozza bisognerà aprire la spalla corrispondente nella direzione in cui vogliamo muoverci (fig. 7). Passando
da un triangolo all'altro aiuteremo i bloccaggi con una rotazione del busto, facendo particolare attenzione a non sollecitare le
lame degli attrezzi in torsione (fig. 8-10).
Breve lunghezza di corda anche verticale, da salire in moulinette, che presenti ghiaccio lavorato.
Dalla posizione base a triangolo con piccoli passi preceduti dai relativi spostamenti del bacino, portarsi progressivamente in posizione di bloccaggio laterale (fig. 1-2). Piantare la piccozza più bassa in alto (fig. 3) e con una serie di spostamenti degli arti inferiori innalzare il corpo, ruotando progressivamente e in modo proporzionale al numero di passi di quasi 180° verso il nuovo braccio principale (più numerosi sono i passi, più lenta la rotazione e viceversa; (fig. 3-5).
Questo tipo di progressione può essere fatta anche utilizzando la gamba corrispondente al braccio principale in semplice bilanciamento; in questo caso la piccozza e il braccio principale saranno posti praticamente sullo stesso asse verticale.
Breve parete di roccia, possibilmente non verticale, che presenti fessure più o meno larghe, buchi o piccoli gradinetti. Parete da salire in moulinette, che presenti alternanza di ghiaccio sottile e tratti rocciosi scoperti.
Importante sarà la presa di confidenza nell'utilizzo della piccozza al posto delle mani: la lama dovrà essere incastrata nelle fessure. In presenza di fessure oblique o orizzontali sarà sufficiente tirare il manico della piccozza verso il basso per assicurare la corretta torsione della lama, e quindi la sua tenuta (Fig. 1 e 2); in presenza di fessure verticali si potrà ancorare l'attrezzo stando sulla verticale della fessura, incastrandolo al suo interno sfruttando eventuali strozzature e trazionandolo verso il basso (fig. 3), oppure lavorando in torsione tirando il manico verso il proprio corpo che sarà in verticale rispetto alla fessura. Se la fessura è più grande, si potrà incastrare tutta la testa dell'attrezzo o quelle sue parti appositamente studiate.
In seguito bisognerà ancorare la piccozza nei buchi o su gradini e piccole asperità che presenta la roccia.
Anche i ramponi dovranno essere utilizzati in maniera differente rispetto al misto più facile: le maggiori difficoltà dei tratti
rocciosi impongono un uso dell'attrezzo simile a quello delle scarpette da arrampicata. Verranno appoggiate preferenzialmente le
punte interne o esterne e non le due frontali, in modo da mantenere una postura del corpo più corretta rispetto alla difficoltà,
con la possibilità di aprire le ginocchia verso l'interno o l'strerno mantenendo il bacino più aderente alla parete.
In alcuni casi l'utilizzo di ramponi monopunta può agevolare gli incastri e gli appoggi (fig. 2).
Sarà, successivamente, opportono sensibilizzarsi nell'ancoraggio sul ghiaccio sottile attaccato alla roccia; gli attrezzi dovranno
essere ancorati con delicatezza, fidandosi spesso solo del primo dente della lama. Anche i ramponi non dovranno essere piantati,
ma solo appoggiati e fatti penetrare con una leggera pressione delle punte.
ATTENZIONE: le indicazioni contenute o riconducibili a questa pagina sono state sintetizzate ed hanno unicamente lo scopo di fornire informazioni di base sulle tecniche sportive. Per un apprendimento pratico e completo delle tecniche e delle manovre affidarsi ad un istruttore o corso per sviluppare una conoscenza più approfondita e consapevole.
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